Computer Vision and Geometry Lab

Gli occhiali per la realtà mista sostituiranno gli smartphone

Il professore dell'ETH Marc Pollefeys e il suo team stanno creando mappe complete e lavorando sul fatto che la realtà mista sarà presto il futuro.

La realtà mista combina il mondo fisico con gli oggetti digitali e viene utilizzata in ambito aziendale per i lavori di manutenzione e l'istruzione. I ricercatori di mercato prevedono una grande carriera per questa tecnologia. "Tra circa 10 anni, gli occhiali per la realtà mista sostituiranno gli smartphone standard", spiega il professor Marc Pollefeys dell'ETH. Gli occhiali caratterizzeranno probabilmente la scena della strada e gli early adopters saranno presenti in pochi anni.

Pollefeys dirige il Computer Vision and Geometry Lab del Politecnico di Zurigo e il Microsoft MR & AI Lab, inaugurato nel 2019. Oltre a scrivere articoli scientifici, i ricercatori sono anche coinvolti nello sviluppo di prodotti specifici.

Un'ancora da Zurigo per la realtà mista

Alla fiera interna Ignite di marzo, Microsoft ha chiarito che vede il suo futuro nella realtà mista. L'azienda ha presentato la sua piattaforma "Microsoft Mesh", che consente agli utenti di entrare in un "mondo olografico condiviso". Ciò richiede i cosiddetti ancoraggi spaziali, senza i quali gli utenti non vedrebbero i loro contenuti digitali nello stesso luogo fisico. La realtà mista condivisa verrebbe suddivisa in una moltitudine di mondi individuali.

I ricercatori stanno creando mappe complete in modo che chi indossa le cuffie MR e le informazioni possano essere localizzate correttamente. Questo è un prerequisito affinché non solo i portatori di Hololens o gli utenti di smartphone in modalità MR possano vedere gli stessi oggetti digitali nello stesso luogo, ma dovrebbe anche consentire l'uso di robot. "Abbiamo realizzato un progetto in cui le persone dovevano solo indicare determinati luoghi nella realtà mista e un robot faceva il suo lavoro", spiega Pollefeys con orgoglio. Questo potrebbe diventare un grande successo nelle fabbriche.

Il responsabile del laboratorio vede comunque un'ampia gamma di potenziali applicazioni per i dispositivi MR: Oltre ai settori della manutenzione e della formazione, in cui la tecnologia è già diffusa, esiste un'ampia gamma di casi d'uso in medicina, ad esempio. "La realtà mista può essere utilizzata in modo particolare quando le persone devono svolgere compiti complessi ma ci sono pochi esperti", afferma Pollefeys. Gli specialisti non dovrebbero essere fatti arrivare appositamente, ma potrebbero assistere a distanza ed essere virtualmente sul posto.

Ostacoli: Privacy, standard e hardware

Pollefeys descrive lo smartphone, in cui sono sempre necessarie le mani, come una "realtà aumentata indiretta". La tecnologia non sarà mai un passo avanti su questi dispositivi. I vantaggi potranno essere sfruttati appieno solo con la nuova generazione di hardware, gli occhiali per la realtà mista. Ma è proprio questo il punto: Probabilmente ci vorrà un altro decennio prima che si affermino pienamente.

Tuttavia, Pollefey vede i maggiori ostacoli sul versante del software: c'è ancora molto lavoro da fare nell'area della mappatura, ad esempio, la competenza principale del laboratorio di Zurigo. In futuro, i dati saranno forniti attraverso una sorta di crowdsourcing. Questi dati proverranno da persone che viaggiano per il mondo con i loro occhiali e che registrano l'ambiente circostante. Questo è particolarmente importante in un ambiente in rapida evoluzione come una città.

Se la realtà mista si diffonde nel mondo degli affari e conquista la strada, la privacy giocherà un ruolo importante: Gli occhiali non solo sono dotati di telecamere rivolte verso l'esterno, ma registrano anche in modo permanente gli occhi dell'utente. Dopo tutto, il software deve sapere dove l'utente sta guardando. Tuttavia, nessuna applicazione ha accesso a questo dato, dice Pollefeys, che aggiunge: "Ma bisogna sempre valutare quali informazioni possono essere viste da chi nello strato di realtà sovrapposto".

Fonte: Inside IT / Immagine: Laboratorio di visione computerizzata e geometria per la localizzazione su larga scala

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