Il caos è una condizione - Museo da casa

La crisi climatica, lo spostamento delle realtà della vita nel regno digitale, le condizioni di vita globali diseguali e, non da ultimo, una pandemia globale: tutto ciò dimostra chiaramente che i nostri principi di ordine stanno iniziando a vacillare. Dimostra che il caos, inteso come stato disorganizzato e confuso, sta prendendo sempre più il sopravvento. Chaos is a Condition è il titolo dell'attuale mostra di DOK-Neuland.

Tra le circa 130 opere inviate sono state selezionate sei opere in VR e quattro film a 360 gradi, che ora si snodano come un filo conduttore attraverso l'esplorazione da parte degli artisti internazionali del caos, delle paure e delle ansie ad esso associate, ma anche delle sue potenzialità.

La mostra è divisa in tre gruppi. La prima parte è intitolata Present Chaos ed è una sorta di inventario dei luoghi attuali in cui prevalgono condizioni caotiche. Il film a 360 gradi Reeducated di Sam Wolson, ad esempio, utilizza l'animazione per ricostruire i ricordi di tre uomini appartenenti a una minoranza musulmana che sono stati sottoposti a torture e indottrinamento politico in un cosiddetto campo di rieducazione in Cina.

La seconda sezione, Trasformazione, esamina le principali sfide che l'umanità deve affrontare. Temi come l'intelligenza artificiale giocano un ruolo importante, così come il cambiamento climatico e le questioni di genere e identità. Ad esempio, They Dream in my Bones della francese Faye Formisano affronta questi temi. Nel suo collage in bianco e nero di testi, immagini 3D e filmati classici, l'autrice esplora il modo in cui le persone sono plasmate dal loro DNA e mostra uno scienziato che cerca di estrarre i sogni da uno scheletro per scoprirne l'identità.

Infine, una terza serie di argomenti è dedicata alle strategie alternative per affrontare il caos - con l'intuizione, la spiritualità e l'immaginazione - nello spirito di No Chaos, no Change.